Bass On Fire’s Review in Archi Magazine
On 29 September 2020 | 0 Comments

This beautiful review of Bass On Fire NBB037 appeared in the last issue of Archi Magazine, thanks to Alfredo Trebbi.

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Bass on fire è l’ultimo CD di Alberto Bocini. In questo lavoro il musicista toscano si presenta in veste non solo di esecutore ma anche di compositore. Si tratta – lo si intuisce dalle prime note– di un progetto sui generis, certamente non il solito disco di musiche di repertorio reinterpretate (a parte la Suite di Bach, ovviamente…). Fa capolino qua e là lo stile compositivo di Giovanni Sollima, che non è certo un difetto! Nelle composizioni di Bocini si sentono riecheggiare jazz, pop, rock, classica… quasi una sintesi di tutte le esperienze che in qualche modo hanno avuto un significato per questo talentuoso musicista. Un brano davvero interessante è Nightmare after Strauss: un pezzo di oltre 8 minuti in cui si susseguono citazioni senza soluzione di continuità e genere, passando da My Sharona a l’Otello di Verdi… più che un incubo somiglia ad un “viaggio” nell’immaginario collettivo dei contrabbassisti. Il CD contiene esclusivamente musiche a solo. Nella maggior parte delle tracce Bocini si diverte a sorprendere l’ascoltatore, proponendo pezzi nei quali esplora le potenzialità espressive del contrabbasso. I Tre Piccoli Pezzi come anche le Ballate ridondano di effetti: armonici, pizzicati con entrambe le mani, cantabili, percussioni sulla cassa dello strumento…  Anche Bottesini viene “rielaborato” e riattualizzato: Nel cor più non mi sento diventano Variazioni al quadrato, e cioè Variazioni sulle Variazioni. Una trovata davvero divertente e stimolante. Il disco si conclude con un brano di Bach, la Prima Suite per violoncello solo… la registrazione costituisce un traguardo che chiude un lungo percorso di studio e ricerca: dopo aver tentato tante soluzioni, l’accordatura per quinte – sostiene lo stesso artista – rende finalmente la Suite perfettamente “contrabbassabile”, se mi si passa il termine. Risonanza e riverbero delle danze gli danno effettivamente ragione. Il suono del basso è pastoso, proiettivo e a tratti quasi “appuntito”, come nel migliore stile di Bocini, che controlla l’emissione con grande padronanza tecnica. La registrazione pone lo strumento decisamente in primo piano ed offre un dettaglio degli effetti sonori a tratti spettacolare: dai suoni cavernosi si spazia fino alla tessitura sopracuta. In sintesi, un lavoro riuscito, pieno di fantasia e personalità, che può essere apprezzato anche dai non contrabbassisti.

Alfredo Trebbi